17-24 giugno: Viaggio in Norvegia, fino a Capo Nord.
Cercando il sole di mezzanotte, troviamo una pioggia
insistente, un cielo grigio e un vento polare.
Nel primo giorno d’estate ci dà il benvenuto una nebbia
densa, da far invidia alla Val Padana: ci vorrebbe una bussola per arrivare
all’ingresso del Tourist Center di Capo Nord.
Un caffè costa l’equivalente di due euro, una bottiglia
d’acqua tre, un letto in camerata trenta[1].
Tasse molto alte, ma stipendi medi da 2500 euro, sussidi di
maternità e fiori al cimitero assicurati.
Lo Stato assegna 28000 corone (4000 euro) per ogni nascita,
prestiti d’onore agli studenti[2], e
sei mesi di maternità (o paternità!) garantita, anche part-time.
Scalzi dentro casa, quasi nudi sotto le coperte, i Norvegesi
lavorano otto ore al giorno, cenano alle cinque e poi…Escono fuori, che piova,
nevichi o tiri il vento.
Dal centro di Oslo in venti minuti di metro si arriva alla
foresta di Nordmarka: sci in spalla, tanti impiegati escono dall’ufficio per
una discesa su piste illuminate (le ore di luce sono poche!) e spesso gratuite[3]. Città
cosmopolita con 600000 abitanti, Oslo è una capitale viva e giovane: tante
famiglie e tanti bambini, 800 abitanti in più al mese.
“Mah, robe da matti!”
Ripete continuamente Giorgio, la nostra guida: ha lasciato
l’Italia dodici anni fa, per un lavoro estivo come accompagnatore.
Ormai vive in Norvegia da più di otto anni.
“Ritornerai in Italia?”Gli ho chiesto.
“Non credo proprio”, mi ha risposto.
…Chissà perché…
Presto in Norvegia tornerò anch’io, mi dico, per perdermi
ancora alle Lofoten e per esplorare il Sud, verso Bergen e Alesund, magari con
qualche raggio di sole stavolta…J
[1] La valuta è la corona
norvegese: 7, 5 corone equivalgono ad un euro.
[2]da ripagare per due terzi, a interessi bassissimi.
[3] In Norvegia chiunque è
autorizzato a transitare in uno spazio aperto, gratuitamente purché a piedi,
fosse pure nel giardino del re.
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