Venerdì sono stata ad una cena per festeggiare due amici appena sposati.
Leggendo il biglietto di auguri mi sono commossa: parlava di
azioni, di decisioni che tutti si aspettano, prima o poi. E della commozione sincera,
inaspettata, piena, che ti invade quando chi ti sta accanto ha il coraggio di
fare un passo importante, senza il bisogno del lasciapassare di nessuno.
Uscire allo scoperto da se stessi, lasciarsi capire,
lasciarsi guardare, nella propria difficile vita interiore.
Lasciarsi sbirciare nello sgabuzzino oscuro dei nostri
caratteri.
Persone come segni, doni…Oppure scelte? Mosse di un gioco
del destino, del fato.
Provvidenza, o disegno di Dio.
Ho riaperto un libro per bambini oggi: parla di una volpe,
dell’addomesticarsi, di sentimenti impalpabili come un cielo stellato,
magnetici come un’ attrazione a distanza.
“Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non
siete ancora niente.
Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa
vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi.
Perché è lei che ho innaffiata, è lei che ho messa
sotto la campana di vetro (…), è lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi,
o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa.[1]"
Quando ho letto il Piccolo Principe a dodici anni mi è
sembrato noioso.
Adesso, forse, sto cominciando a capirci qualcosa.
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