"All this time I was finding myself,
but I didn't know I was lost" (1)
Dicono che certe città parlino al cuore, e che altre ti mettano al muro, strappandoti tutte le parole.
Mi ha sempre fatto uno strano effetto, Londra.
Come quando bevi dal calice amaro della catarsi e non sai se reggerai l'urto,se sarà purificatore o ti farà a pezzetti, tagliata a lamelle dal ritmo delle partenze.
Londra ti scuote, ti risveglia martellandoti con una pioggerellina battente, e poi ti mette alla prova con quel suo cielo grigio che non lascia posto per le soddisfazioni facili e le gioie passeggere. Apre la mente, Londra, con quell'innegabile slancio delle situazioni che obbligano a cercare oltre una via d'uscita, fosse pure con la fantasia. Dicono che ci si venga per fare carriera: un paio d'anni senza vita, quindici ore di lavoro al giorno senza spazio per nient'altro, nemmeno nel weekend, da passare al desk o prosciugando anima e portafoglio in qualche club.
Si può scegliere di dimenticare se stessi, a Londra, o di fare i conti con le occasioni,tra gli young professionals fuggiti da quei paesi di cui dovrebbero essere il futuro. A Londra si arriva per perdersi, o ritrovarsi, sperando che qualcuno ci svegli al momento opportuno. Perché è solo fermando il movimento che si capisce dove andare, che si scopre quello a cui si tiene di più.
"Dont worry Camerun, we will stop the recession" si legge in metropolitana.
Ci sveglieremo, un giorno.
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"All this time I was finding myself ,
but I did not know I was lost" (1)
Certain cities seem to have the power to speak to our hearts, while others put you in the corner, London has always had a strange effect on me. Like a bitter sip of medicine, either healing through its strength or weakening for its strong consequences. London shakes you, awakening with its pouring rain, challenging with its gray sky that leaves no place for easy satisfactions. It opens the mind, with its undeniable momentum, forcing you to seek more than a way out, at least with your fantasy. So many are those who come here pursuing their career, choosing to spend a couple of years away from real life. Each day, they spend fifteen hours working. Nothing else, not even during the weekends, in front of the desk or draining their soul and wallet in a posh Chelsea’s club.
In London you can choose to forget yourself, or to deal with opportunities, hidden among young professionals who fled from countries that should be their future. You can come here to get lost, or to look for yourself, hoping that someone will wake up at the right moment. Cos it’s only stopping the movement that you can understand where to go, and what you really care about.
" Don’t worry Cameron , we will stop the recession" It’s written in the subway .
We'll wake up, one day.
1 Avicii "wake me up"
Splendidi pensieri che fanno riflettere…
RispondiEliminaOttimo post!!!
Bravissima Natalia!
Grazie mille Marina!!!
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