venerdì 4 maggio 2012

Città invisibili...


Avete mai letto le “Città Invisibili” di Italo Calvino?

Se non lo avete ancora fatto, questo è il momento. E’ un viaggio inaspettato nella nostra fantasia, nelle città nascoste dentro di noi, sulle strade dei nostri pensieri.
Ho sempre pensato che la nostra città preferita fosse lo specchio delle nostre caratteristiche, la trasposizione dei nostri desideri e delle nostre affezioni segrete: ho sempre pensato che analizzando tale città si potesse capire qualcosa in più di noi stessi.

Perché ad una strada affollata preferiamo un giardino? Perché evitiamo i centri commerciali per andarci a rintanare in un minuscolo negozietto di abiti vintage? Perché ai rumorosi locali di tendenza preferiamo i caffè dall’aria bohémien (o viceversa)?



… Immaginate la città dei vostri sogni.

Concentratevi, chiudete gli occhi e richiamatela alla vostra mente.

E’ una grande metropoli o un piccolo paesino di montagna?
Ci sono piazze dove sedersi ai caffè o locali sulla spiaggia pieni di giovani avventori?
Grattacieli o ordinate villette a schiera? Piccole stradine o grandi viali alberati?
Bambini che giocano per strada o vecchietti seduti a ricamare sull’umanità che scorre davanti ai loro occhi?
Dopo aver memorizzato i tratti salienti della vostra città immaginaria, ora tornate sulla terra, aprite il vostro atlante, o accendete il vostro computer, se preferite… Avete trovato la vostra meta?


Intanto, nell’attesa di ascoltare i vostri racconti, vi descriverò la mia.

Damasco si erge su un cammino di sogni, sorge all’orizzonte apparendo tra sabbie portate dal vento. E’ una città piena di ricordi, animata, impazzita, ingarbugliata in tralci di edera e illuminata da infinite lucine che guidano esitanti passanti per le vie della città vecchia. Damasco è una città da fiaba, uscita dall’isola che non c’è per regalare a noi poveri mortali un barlume di sogno.

Damasco è mercati affollati, bazaar d’altri tempi, colori intensi e profumi ineguagliabili. Damasco è l’odore dello zenzero, il sapore del caffè arabo, la dolcezza del miele che ricopre i biscotti venduti agli angoli delle strade. Damasco è un sogno in bilico su una difficile realtà.

 Perché proprio Damasco mi abbia tanto affascinato in verità non saprei spiegarlo.

Guardando dentro me stessa e tracciando i confini della mia città da fiaba, forse ho capito che il miracolo non avviene nelle mura o per le strade di un ipotetica terra visionaria: piuttosto, sono i suoi abitanti ed i nostri compagni di viaggio a fare di ogni città un sogno…

E voi, allora, dove traccereste i percorsi dei vostri desideri segreti?
Fin dove vorreste gettare lo sguardo?
Se un ipotetico genio della lampada vi offrisse un biglietto di sola andata per un luogo della terra, dove vi porterebbe il vostro cuore?

4 commenti:

  1. A chi, come Alice, non ha età, Damasco evoca ricami sinuosi, arabeschi disegnati su tessuti preziosi, visioni che forse niente hanno della realtà di questa città di oggi.
    Non ho mai visto Damasco, che pure era nei miei sogni di bambina con poche altre mete. Eppure l'incanto di una descrizione appena accennata riesce a farla vivere agli occhi e a tutti i sensi.

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Parigi. e il suo profumo di arte, storia, musica, colori. e di croaissant, zenzero, africa, america e il mondo tutto intero nel suo ventre. perchè camminando per le rue de paris a volte, perdendosi ad ammirare briciole di passato che si confondono tra i segni della modernità, sembra quasi di vivere in un altra epoca.
    è un'atmosfera di eterna bellezza, dolce abbandono alla propria interiorità. è libri, persone, esposizioni d'arte, fotografia, maestri del passato e sogni di oggi che disegnano domani incantevoli

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  4. E l Ile Saint Louis, le passeggiate in Rue du Bac, le riflessioni dentro Saint Germain de Pres. E quella nebbiolina sottile che si alza, talvolta, sopra la Senna...

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