Roma, 10 aprile 2012
Aperitivo in Via dei Serpenti: vita bohémienne nei vicoli
della città.
Borsa di pelle beige, vestito a pieghe blu e il suo
personale tocco di classe: una collana Chanel.
Un fisico esile per
una volontà di ferro.
Erano passati tre anni dal loro ultimo incontro: Laura la
riconobbe subito, ma non vide in lei quella gioia che le aveva sempre
invidiato.
Dopo l’università, Marta era salita su un treno di sola
andata in direzione Bruxelles.
Fine di un’ amicizia.
Senza una ragione. Almeno apparente.
Archiviati i sogni in un cassetto, la carriera come missione,
niente più tempo per loro stesse.
80% della giornata al lavoro, 20% con ragazzi tappabuchi di
passaggio, fallaci antidoti contro la solitudine più che veri compagni di vita.
Sempre di corsa, mai modo di fermarsi, prendersi un periodo di riposo, farsi quattro
chiacchiere o un giro per la città, nella città che le aveva viste crescere ma che
avevano sempre visto solo di sfuggita.
“Come va il lavoro?” Era la prima frase che le era venuta in
mente, il modo più semplice per rompere il ghiaccio.
“Benissimo: ora mi trasferisco a New York, alle Nazioni
Unite. Potrò vivere in un loft e regalarmi una vacanza a Dubai!”.
“Che strano”, si disse Laura, “Marta aveva sempre adorato le
case di campagna e i viaggi alternativi in sacco a pelo”.
Per Laura, Marta era quella che aveva il coraggio di essere
diversa, di infrangere le convenzioni e “seminare il cambiamento”, sfidando le
circostanze per realizzare i propri sogni.
O almeno, questa era la Marta che Laura ricordava.
Marta sognava di lavorare in Africa con le ONG, ma era finita
a fare marketing a New York per le Nazioni Unite: forse non aveva trovato
quello che cercava.
Oppure aveva cambiato idea.
Donna manager in carriera, piena di soldi ma povera di sogni:
un’esistenza ordinaria nella “società del benessere”: Un lavoro prestigioso le
aveva davvero dato la felicità?
Adesso, guardando Marta sorseggiare un cocktail e parlarle
con aria distratta, Laura si rese conto che lei preferiva la libertà alla
sicurezza economica, che sarebbe sempre stata meglio in un monolocale piuttosto
che in un loft, che non avrebbe mai voluto essere schiava di un Palazzo di
Vetro, fosse pure a New York.
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