Sono sempre venuta qui, fin da bambina.
Da piccola avevo una paperella (sì, proprio una papera: un
germano, per la precisione) che mi beccava perché gelosa delle attenzioni di
mia zia.
Arrivavamo con comodo, verso le undici e mezzo: di corsa a
fare il bagno, a mollo per due ore. Finché, al quarto “a pranzo!” di mamma, non
mi lasciavo convincere con le minacce ad uscire dall’acqua.
Adoravo le giornate al lago: non ho mai amato né l’acqua
salata né la folla che si riversa al mare.
Adoravo questo lago, lo adoro ancora: ci torno ogni volta
che posso, per tornare in me stessa, ritrovarmi bambina.
Tante cose sono cambiate: altre, pur diverse, restano sempre
le stesse.
Niente più ciambella: so nuotare, anche se non mi piace
mettere la testa sott’acqua e il mio stile libero è discutibile. Non ho più una
papera, ma mi tiene compagnia un cigno, o meglio, una “cigna”: si è affezionata
a mia zia, che le dà da mangiare e si prende cura di lei.
Non ho più paura a fare il morto a galla, ma mi ricordo
sempre di mio fratello che mi rassicurava, garantendomi che invisibili formiche
mi avrebbero sorretta, per non farmi affogare.
Sono sempre io, un po’ cresciuta, ma in fondo in fondo
sempre la stessa: sempre un asciugamano colorato, un libro da leggere, un luogo
all’ombra dove rifugiarmi dopo i primi dieci minuti di sole.
La testa sempre piena di pensieri, di preoccupazioni, che
scorrono via lontano ogni volta che vengo qui, lasciandomi cullare, confortare,
rassicurare dal rumore dolce di questo lago, che sussurra pian piano…
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Per sfatare ogni dubbio riguardo alla veridicità delle informazioni da me fornite....;)
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