Un mascherone ci accoglie, custode di stemmi: fa la
boccaccia, indicando la strada.
Una rampa di scale conduce al piano superiore: nel 1650 vi
avremmo sorpreso un pittore del paesaggio e uno sculture. Seminascosta, una
scritta in francese incuriosisce: bisognerà rispolverare la storia della
Repubblica Romana per capirne il significato.
Una sala ospita sculture che insegnano: crescita individuale,
prove di vita, amor sacro e amor profano, costruire una nuova umanità e riscattare
le nostre esistenze. Anche Freud è passato di qui, traendo ispirazione da una
giovane velata.
Amor vincit omnia et
nos cedamus amori : le parole di Virgilio per spiegare la scelta
coraggiosa di un cardinale, che rinunciò alla toga per seguire il suo cuore.
Intanto, Paolo Giordano Orsini ci osserva: viaggiatore,
esploratore, uomo controcorrente.
Abbandonata una Madonna acefala e contemplato un imponente
Diocleziano, usciamo: ci aspettano altre storie.
Che ne dite del furto del delfino della fontana della lumaca
o di un cipresso calvo che in ottobre si tinge di rosso? O di una piccola isola
in mezzo al lago, rifugio per uccelli migratori o per viandanti sedentari?
Ma il tempo stringe: è ora di andare: protagonista è il
giardino, rivoluzionaria sintesi di orti agronomici, cortili segreti, teatri,
archi e palazzi. Uno degli uomini più amati e detestati d’Italia vi faceva
jogging, prima di essere fermato da giardinieri armati di forconi. Un leader
stravagante venuto dal Sud vi ha soggiornato, preferendo tende e amazzoni a
palazzi e case sugli alberi.
Una chiesa, una biblioteca, viottoli, prati, un lago,
persino un bistrot Radical chic dove godersi un buffet bio, prendersi il thè
delle 5 o cenare al chiaro di luna.
Armatevi di fantasia, scarpe da ginnastica e di una cartina:
a Roma, in via Aurelia Antica, Villa Doria Pamphili vi aspetta.
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