“I must be
gone and live or stay and die”
-William Shakespeare-
Comincia così questo blog, un po’ per caso, un po’ per
determinazione, un po’ perchè certe volte sembra destino che le cose avvengano.
Comincia così, semplicemente, perché troppe parole mi stanno
ultimamente vagando per la testa, ed ho bisogno di un aiuto per metterle in
ordine.
Comincia così, semplicemente, senza pretese, perché cercando
la perfezione credo si rischi troppe volte di restare a guardare…Comincia così, semplicemente, perché era arrivato il momento: vento in poppa, ora di levare l’ancora.
Perché si chiama così? Perché proprio “Viaggi interiori”?
Beh, perché chiunque abbia fatto un viaggio, fosse pure “attorno alla propria
stanza”, sa bene che, come ricordava qualcuno, “il vero viaggio di scoperta non
consiste nell’esplorare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi”…
Ed ecco, credo io di aver visto, come tutti noi del resto, un
numero ragguardevole di terre, e che ora sia arrivato, invece, il momento di
avere il coraggio di modificare i miei occhi.
Su cosa, mi domanderete?
Beh…Su tutto: dal cornetto e cappuccino la mattina che può trasformarsi in una colazione bio equa e solidale, alla raccolta differenziata che risparmierà tanti alberi di questa piccola grande terra, dal sorriso non più di circostanza rivolto al barbone all’angolo della strada (sì, proprio quello che ci troviamo di fronte ogni mattina, all’ingresso della metropolitana, quando andiamo di fretta e vorremmo solo essere già arrivati a destinazione) alle parole da trovare quando la collera ci prende, e vorremmo avere la possibilità di chiedere “l’aiuto del pubblico” per tirarci fuori dai guai.
Beh…Su tutto: dal cornetto e cappuccino la mattina che può trasformarsi in una colazione bio equa e solidale, alla raccolta differenziata che risparmierà tanti alberi di questa piccola grande terra, dal sorriso non più di circostanza rivolto al barbone all’angolo della strada (sì, proprio quello che ci troviamo di fronte ogni mattina, all’ingresso della metropolitana, quando andiamo di fretta e vorremmo solo essere già arrivati a destinazione) alle parole da trovare quando la collera ci prende, e vorremmo avere la possibilità di chiedere “l’aiuto del pubblico” per tirarci fuori dai guai.
E perciò, miei cari compagni di viaggio (interiore o superficiale,
reale o immaginario, sconvolgente o ordinario), eccoci qua, a condividere un’avventura.
Perché sì, in verità è per voi che comincia questo blog, per
tutti quelli che hanno letto quello che ho scritto in queste ultime settimane,
che mi hanno aiutato, ascoltata, incoraggiata. E, soprattutto, che hanno saputo
aggiungere brandelli di sogno all’ordinaria quotidianità, che hanno saputo risvegliare
in me paesaggi invisibili condividendo con me i loro pensieri, che mi hanno
permesso di entrare, in punta di piedi, nei loro mondi segreti, aprendomi la
porta delle loro vite.
Beh, ecco, voilà. Credo sia tutto, per stasera: penso di
essere stata sufficientemente poetica e prolissa, come mio solito.
No, ecco, un’ultima precisazione: questo blog comincia ora,
qualche minuto dopo la mezzanotte di questo quattro maggio, senza un perché in
particolare, salvo l’avere, questa sera (sarà colpa dell’ultimo libro appena
cominciato??) una frase che mi risuonava meticolosamente per la testa, a mò di
mantra. “Non potremo mai dare il permesso ai nostri sogni di realizzarsi se non
saremo noi i primi a crederci”…
E con questo, davvero, buonanotte…E sogni d’oro.
Nuvole...
RispondiEliminain questo luogo sospeso dal tempo,
che si ferma per un solo istante a guardarci dentro...
Ci chiediamo: perché ho rallentato?
e poi tutto riparte e scorre veloce - ma se non ci fossimo fermati,
quel fragile momento sarebbe stato inutile e vano
e adesso,
saremmo persi.
Grazie Natali e mille auguri per questo luogo virtuale ma non troppo,
denso di emozioni e parole.
Selene