La mail di un’ amica, riflessioni sull’Italia.
Sullo sfondo rabbia, delusione, e senso di colpa: andare o restare, accettare a malincuore o rassegnarsi a sentirsi straniero. Sporcarsi le mani o fuggire, per imparare guardando da lontano, sperando di riportarle indietro, le lezioni, un giorno. Profeti in patria o stranieri in terra straniera: la strada della lontananza come panacea a ricordi che bruciano.
Italia. L’Italia dell’ astensionismo, dei femminicidi, della disoccupazione giovanile, dei laghi esondati e delle feste di paese. L’Italia dell’estate, dei riti e dei ricordi. L’Italia nel cuore.
La certezza di ciò che non si vede e il coraggio di ciò che si spera, in questi lunghi mesi americani, ammettendo che non è un delitto affezionarsi, e che è umano non esser sempre pronti a cambiare.
Ora qui, dopo essermi domandata così tante volte cosa ci facessi oltreoceano, ho capito che di casa non c’è n’è una sola, e che certe volte le deviazioni sono necessarie per arrivare alla meta.
E finalmente potrò comprarmi libri senza troppo pensare a riportarli indietro, e iscrivermi a un corso semestrale senza paura di perderne la metà. Ginevra de Benci sorriderà ancora, continuerò a sbirciare la Casa Bianca e vedrò di nuovo fiorire i ciliegi.
E vivrò giorno per giorno, constatando che le ferite fanno più male agli aguzzini, continuerò a fotografare scoiattoli e paperelle da spedire a quella zia pazzerella che continua a parlarmi di strade e di portoni. Sarò grata al Cielo, ogni giorno, per avermi concesso tanti privilegi, ma soprattutto saprò riconoscere in quel ranocchio il principe che mi aspetta.
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