lunedì 3 giugno 2013

Miracoli


Due giorni di metafore, tra marce al buio e effimeri disegni di fiori, pronti a lasciarsi distruggere in virtù di un ricordo. Camminate tentennanti, affidandosi al buio, riempiendo vuoti coscendo il disegno a metà.



Castelli di carte crollano sul filo di una skypecall, in un pomeriggio di quasi inverno, nessun Facebook per mostrare  la disillusione di questo fine partita.

Piangere, arrabbiarsi e gridare.
Per un giorno, prima di trovare la forza per ricostruire il passato da un altro punto di vista. 


Altre ragioni e diverse opinioni, per rendere ancor più difficile riconciliarsi col giusto.

Accettare che siano cambiati i pezzetti di cuore, e che le formule dell' amore non siano sempre le stesse. Raccogliere fino all' ultima carta di un gioco distrutto, curando tutte le lacrime, indossando altre scarpe, provando a dimenticare se stessi. 
Ricominciare, trovando il coraggio per giocare un' altra partita, scoprendo quanto fa male la sofferenza degli altri, e quanto brucia la tua.


E fu sera e fu mattina: il Corpus Domini e la forza dei miracoli.

Guardare in faccia i propri egoismi, le proprie gelosie; mandar giù' tutto, per ripagare  qualcuno che tanto ci ha amati.
Perdonare.
Per quanto sia difficile, perdonare.
E continuare a credere nei miracoli, anche solo per un giorno.



1 commento:

  1. "Il lago dei miracoli" era rappresentato in questo quadro. E l'ultimo miracolo, una giornata intera di sole dopo mesi di pioggia,
    lo ha illuminato....

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