Hoi An,Vietnam
Odore di zenzero e pesce fresco, tra bancarelle di lichi,
avocado e dragon fruit. Negozi per turisti, magliette, segnalibri e sacchi a
pelo. Triangolari cappelli di paglia, verdure colorate, anziane signore
sorridenti: un caleidoscopio di richieste insistenti.“Come, look for a scarf” “Do you want a foot massage?”, “Italy,
football!”.
E poi una strada laterale, svicolare in un altro mondo.
Fermarsi, osservare la vita che scorre sul fiume, seduti su
panchetti di plastica a sorseggiare un che[1], rendendosi conto
che non serve correre per capire, e che certe cose si afferrano solo quando ci
si ferma.
Come descrivere Hoi An?
Una carezza di vento caldo, luci soffuse di candele a filo
d’acqua, colori di musiche a bordo strada.
Non si può descrivere la magia di lanterne rosse, di lampade
colorate agli alberi, la poesia di aquiloni su un ponte cinese.
Una magia per turisti, forse…Ma pur sempre magia.
Stasera ho detto una preghiera al fiume. Anzi tre.
Una vecchietta mi ha guardata, mi ha osservata parlare
all’acqua scura, e mi dato tre lanterne colorate, che ho lasciato andare via
lontano.
Un ponte senza parole tra le nostre due vite distanti.
"Stuff your eyes with wonder...". Don't be unhappy!"
RispondiEliminaQualche volta le preghiere non bastano...
"Come un mostruoso uccello, l'infelicità estende le proprie ali sugli uomini, che non riescono più a scorgere la bellezza del mondo, vivono nel grigiore e nell'irritazione. e hanno smarrito la forza liberatrice del riso..."
Allora il vecchio saggio (ma poi perché deve essere vecchio?) suggerisce
questo