sabato 11 agosto 2012

Arrivederci Cat Ba





Piove, piove, piove sulla baia.
E per varie ragioni anche dentro di me.
Sprezzanti goccioline rapide, odore di pesce, raffiche intermittenti, vento caldo, cielo a macchie di nuvole nere. Barche nel porto, piccole luci, si allontanano lentamente.
Due giorni in mare, anche per noi, sotto la pioggia.
Mi torna in mente il motto norvegese “non esiste il cattivo tempo, ma solo abiti non adatti”.
Peccato che stavolta non ci ho proprio azzeccato: infradito, due magliette e un costume: lo zaino vero lasciato ad Hanoi.
“Più leggeri si va, più lontano si riesce ad arrivare”, mi ero detta. Vero, tranne questa volta. Per fortuna i tre ragazzi hawaiani in barca con me mi prestano un k-way, vero salvavita in questi giorni di monsoni. Una piccola barca rossa appena uscita da un libro di fiabe per bambini, un timoniere e un nostromo vietnamiti che non parlano inglese, ma che si dimostreranno cuochi eccellenti. L’avventura nella baia può cominciare.
Isole, isole, isole, come stelle cadenti nell’acqua scura del Golfo del Tonkino.
Inaspettate visite a grotte sotterranee, da scoprire assieme a gruppi di cinesi e thailandesi urlanti, al ritmo della musica pop dei banchetti di souvenir per turisti, alla ricerca della foto più stravagante tra segnali di stop cestini della spazzatura (solitamente introvabili) a forma di delfini e pinguini. E poi nuotate in baie nascoste, incontri ravvicinati con trasparenti meduse, docce mattutine con acqua piovana, precari giri in canoa tra casette colorate, cani da guardia e ponti di bambù.
Un lembo di cielo azzurro, poi il sole che spunta quando stiamo per tornare al porto: un ultimo viaggio in un paesaggio intessuto di poesia.
Campi verdissimi, barche colorate, isole sperdute, acqua ora turchese: arrivederci Cat Ba…
Torneremo.





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