Venerdì sera con le Idi di Marzo: un viaggio nella campagna elettorale di un presidente statunitense, tra
etica e politica, nel dubbio delle personali responsabilità nelle scelte. Sullo sfondo discorsi tra
dottorati e lavori part-time, disoccupazione o università a numero chiuso: sarà
davvero il paradiso l’ America?
E poi Mercatini di natale in
un weekend a Milano, di sole, post neve. Giri tra Imaginarium e la Città del sole,
pensando agli altri, immaginando cosa li renderà felici. E poi giro da Tiger
tra carte di natale, matite, gomme e lampade a pois, ricordandosi quanto è
bello tornare bambini.
Roulotte di criceti o una
macchinetta per mega bolle di natale?
C'è più gioia nel dare o nel
ricevere?
Friday night with the Ides of March: a journey into the
election campaign of a U.S. President, between ethics and politics, wondering
on the meaning of personal responsibility and choices. After that, conversations
on phds and part-time jobs, unemployment and public universities: Are the
States a real heaven?
And then a weekend in Milan ,
between sun, snow and Christmas Markets. A tour in the shops Imaginarium and
the City of the sun, thinking of what will make our friends happy. And then a
walk inside Tiger between christmas cards, pencils, erasers and lamps with
polka dots, remembering how nice it is to return children.
Toy Caravans or a machine for x large bubbles?
Is there more joy in giving or receiving?
Che cosa significa dare? La risposta sembra semplice, ma in realtà è piena di ambiguità e di complicazioni. Il malinteso più comune è che dare significhi "cedere" qualcosa, essere privati, sacrificare. La persona il cui carattere non si è sviluppato oltre la fase ricettiva ed esplorativa, sente l'atto di dare in questo modo. Il "tipo commerciale" è disposto a dare, ma solo in cambio di ciò che riceve; dare senza ricevere, per lui significa essere ingannato. La gente arida sente il dare come un impoverimento. La maggior parte degli individui di questo tipo, di solito si rifiuta di dare. Alcuni trasformano in sacrificio l'atto di dare. Sentono che solo per il fatto che è penoso dare, si dovrebbe dare; la virtù, per loro, sta nell'accettare il sacrificio. Per loro, la regola che è meglio dare anziché ricevere significa che è meglio soffrire la privazione piuttosto che provare la gioia.
RispondiEliminaPer la persona attiva, dare ha un senso completamente diverso. Dare è la più alta espressione di potenza. Nello stesso atto di dare, io provo la mia forza, la mia ricchezza, il mio potere. Questa sensazione di vitalità e di potenza mi riempie di gioia. Mi sento traboccante di vita e di felicità. Dare dà più gioia che ricevere, non perché è privazione, ma perché in quell'atto mi sento vivo.
Nella sfera delle cose materiali, dare significa essere ricchi. Non quello che ha molto è ricco, ma colui che dà molto. L'avaro che è terrorizzato all'idea di perdere qualche cosa è, psicologicamente parlando, un povero essere, per quanto ricco sia. Chiunque sia capace di dare se stesso è ricco. Solo chi avesse appena quanto basti a sopravvivere, sarebbe incapace di godere nell'atto di dare cose materiali. Ma è noto che i poveri sono più ansiosi di dare dei ricchi. Ciò nonostante, la povertà oltre un certo limite può rendere impossibile il dare, ed è assai doloroso, non solo per la sofferenza che provoca direttamente, ma perché toglie al povero la gioia di dare.....
Erich Fromm
What is giving? Simple as the answer to this question seems to be, it is actually full of ambiguities and complexities. The most widespread misunderstanding is that which assumes that giving is “giving up” something, being deprived of, sacrificing. The person whose character has not developed beyond the stage of the receptive, exploitative, or hoarding orientation, experiences the act of giving in this way. The marketing character is willing to give, but only in exchange for receiving; giving without receiving for him is being cheated.
RispondiEliminaPeople whose main orientation is a non-productive one feel giving as an impoverishment. Most individuals of this type therefore refuse to give. Some make a virtue out of giving in the sense of a sacrifice. They feel that just because it is painful to give, one should give; the virtue of giving to them lies in the very act of acceptance of the sacrifice. For them, the norm that it is better to give than to receive means that it is better to suffer deprivation than to experience joy.
For the productive character, giving has an entirely different meaning. Giving is the highest expression of potency. In the very act of giving, I experience my strength, my wealth, my power. This experience of heightened vitality and potency fills me with joy. I experience myself as overflowing, spending, alive, hence as joyous. Giving is more joyous than receiving, not because it is a deprivation, but because in the act of giving lies the expression of my aliveness.
In the sphere of material things giving means being rich. Not he who has much is rich, but he who gives much. The hoarder who is anxiously worried about losing something is, psychologically speaking, the poor, impoverished man, regardless of how much he has. Whoever is capable of giving of himself is rich. He experiences himself as one who can confer of himself to others. Only one who is deprived of all that goes beyond the barest necessities for subsistence would be incapable of enjoying the act of giving material things. But daily experience shows that what a person considers the minimal necessities depends as much on his character as it depends on his actual possessions. It is well known that the poor are more willing to give than the rich. Nevertheless, poverty beyond a certain point may make it impossible to give, and is so degrading, not only because of the suffering it causes directly, but because of the fact that it deprives the poor of the joy of giving.....
Erich Fromm