Ricominciare.
Da capo.
Il mio primo lavoro. In un altro paese, in un’altra lingua.
Anzi in due.
Lasciare, per una volta, che sia il destino a scegliere per
me. E scoprire che alla fine è bello prendere deviazioni e aggirare ostacoli.
Una mappa sconosciuta: ma ci piace l’avventura.
Overwhelming di lavoro, spill over di risultati: senza più
fogli nell’agenda per scrivere gli impegni, senza più colori per cambiare la
lista delle priorità: il rosso dei documenti da leggere sopraffatto dal blu di
un concerto in una sinagoga, il violetto di un venerdì di catch up in ufficio
cancellato dal vino tinto di una mostra fotografica in un istituto di cultura
spagnola.
Sentirsi persa, sì, un po’ senza direzione, in questi primi
giorni.
Un nuovo quartiere, la casualità di una casa: ma scoprire
che si vedono le stelle uscendo dalla metro, si cammina bene tra gli alberi,
sognando già, con le corone di Natale alle porte.
E si ritrova la via grazie a colleghi che accolgono, anche
se non mi hanno visto mai, ci si riscalda con un dulce de leche lasciato sulla
scrivania, trovando un bigliettino sul tavolo tornando tardi a casa dal lavoro.
Si ritrova la strada, scoprendo che casa non è poi così
lontana, tra supermercati aperti 24 ore, sole e biciclette, gente che sorride
per strada, senza un perché, tra mostre, musei e negozi di libri.
E si scopre quanto è bello ricredersi su una città che non
si conosce, ma che già si comincia ad amare…
Ricominciare....o forse continuare a tessere la tela della vita con quel filo che le sfere celesti dispensano dall'alto, dove tutto è illuminato da una luce diversa che solo alcuni riescono a scorgere.
RispondiEliminaQuel filo al quale aggrapparsi, con la leggerezza di una farfalla, nei momenti di difficoltà.
Daje Nat!! Sostenitori romani/viterbesi persi nei boschi della Tuscia con la propria mtb ti salutano... (in realtà sono solo io) ;-)
RispondiEliminagrazie matteo!!!!
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