“Va a rivedere le rose. Capirai che la tua è unica al
mondo".
E il Piccolo Principe si alzò, si fermò in un campo, si
sedette al sole, e pensò a cosa rendesse la sua rosa così importante. E forse
anche lui pensò alla felicità, alla felicità che sfugge e ai sentimenti che
rimangono, alla comprensione delle cose e all’ ignoranza nella conoscenza degli
altri. Ciò che si è e ciò che si fa, prendendo decisioni,
scegliendo direzioni, giocandosi il tempo.
Carpe diem.
Ogni volta che si incontra un amico, ogni volta che si
spalancano gli occhi di fronte ad un paesaggio nuovo o ci si commuove di fronte
ad uno scorcio già visto, ogni volta che si cambiano occhi, ogni volta che si
assaggia qualcosa che non è mai cambiato…
Ogni volta che trovo il coraggio per tornare.
Ogni volta che trovo la forza per metter in gioco un
ricordo.
La felicità: come una farfalla già passata, ma che resta.
Sto cercando di guardare più spesso il cielo, di sollevarmi
un po’da terra ogni tanto.
“Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia
rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola, è più importante di tutte voi…
Perché è lei che ho innaffiata. Perché è lei che ho
messa sotto la campana di vetro, Perché è lei che ho riparato col paravento.
Perché su di lei ho ucciso i bruchi. Perché è lei che ho ascoltato lamentarsi
o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché è la mia rosa"
-Antoine de Saint-Exupéry-
Il Piccolo Principe
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