sabato 26 maggio 2012

Itinerario immaginario in una villa romana

                                                                               Roma, 2012




Un mascherone ci accoglie, custode di stemmi: fa la boccaccia, indicando la strada.

Una rampa di scale conduce al piano superiore: nel 1650 vi avremmo sorpreso un pittore del paesaggio e uno sculture. Seminascosta, una scritta in francese incuriosisce: bisognerà rispolverare la storia della Repubblica Romana per capirne il significato.

Una sala ospita sculture che insegnano: crescita individuale, prove di vita, amor sacro e amor profano, costruire una nuova umanità e riscattare le nostre esistenze. Anche Freud è passato di qui, traendo ispirazione da una giovane velata.

Amor vincit omnia et nos cedamus amori : le parole di Virgilio per spiegare la scelta coraggiosa di un cardinale, che rinunciò alla toga per seguire il suo cuore.
Intanto, Paolo Giordano Orsini ci osserva: viaggiatore, esploratore, uomo controcorrente.
Abbandonata una Madonna acefala e contemplato un imponente Diocleziano, usciamo: ci aspettano altre storie.

Che ne dite del furto del delfino della fontana della lumaca o di un cipresso calvo che in ottobre si tinge di rosso? O di una piccola isola in mezzo al lago, rifugio per uccelli migratori o per viandanti sedentari?


Ma il tempo stringe: è ora di andare: protagonista è il giardino, rivoluzionaria sintesi di orti agronomici, cortili segreti, teatri, archi e palazzi. Uno degli uomini più amati e detestati d’Italia vi faceva jogging, prima di essere fermato da giardinieri armati di forconi. Un leader stravagante venuto dal Sud vi ha soggiornato, preferendo tende e amazzoni a palazzi e case sugli alberi.

Una chiesa, una biblioteca, viottoli, prati, un lago, persino un bistrot Radical chic dove godersi un buffet bio, prendersi il thè delle 5 o cenare al chiaro di luna.


Beh, avete capito, no?
Armatevi di fantasia, scarpe da ginnastica e di una cartina: a Roma, in via Aurelia Antica, Villa Doria Pamphili vi aspetta.



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