lunedì 14 maggio 2012

"Can I seat here, by your side?"


                                          Amristar,Gennaio 2012


E’di legno il braccialetto che porto al polso, composto da tanti piccoli pallini, quasi un rosario.

C’era scritto “friends”, ma le lettere sono state cancellate, spazzate via dall’uso, dall’acqua, dall’egocentrismo di altre esperienze che hanno ricacciato in soffitta questo incontro.


Amritsar, 19 gennaio 2012
Can I seat here, by your side? My name is Gyan”.
Sono le cinque e mezza, il cielo è grigio, fa tanto freddo.

Non ero preparata a queste temperature: pensavo che l’India fosse un paese caldo, roba da mosche e zanzare, non maglioni di lana e fuochi a bordo strada.
Sento le palpebre come macigni. Ho sonno. Mi sono alzata presto, troppo presto, perché non voglio perdermi la cerimonia. Il sole si fa attendere, la voce dei guru comincia a farsi sentire, ma il loro canto non mi riscalda: seduta sul bordo della vasca d’acqua sacra, mi chiedo cosa ci faccio qui.

Nel tempio d’oro, c’è pochissima gente: non è tempo di turisti.
“Take it: it’s for you: we are friends now. What’s your name?”.
Gyan avrà 30 anni, turbante rosso e kurti bianco.

Cammina a stento: lo vedo zoppicare mentre si avvicina sorridendo. Mi si siede accanto: ha una busta in mano. La apre e mi regala un braccialetto, poi comincia a raccontare, nel suo inglese stentato: della sua vita, della sua ragazza, delle sue difficoltà.

Ma i miei occhi sono tristi, il mio cuore stanco: non ho voglia di ascoltarti, Gyan, mi dispiace.

L’ho lasciato andare, questo incontro, ho lasciato che Gyan si allontanasse dal mio campo visivo, il suo turbante rosso che scompariva in lontananza.
Gambe incrociate, gli occhi chiusi, ho lasciato che i mantra cullassero il mio cuore.

Ed ho pianto.

Nei due giorni successivi, tante volte ho cercato Gyan, con gli occhi e col cuore, tra le mura del tempio. Non l’ho più trovato.

Il suo braccialetto, però, è sempre con me.

2 commenti:

  1. “Tu chiamale se vuoi coincidenze”...è il titolo di un libro scritto da uno che hai conosciuto.
    Credo che anche Gyan non ti abbia dimenticato.

    RispondiElimina