E’ quasi notte.
Villa Borghese,
quasi deserta.
In punta di
piedi, sporgendosi oltre le grate, oltre il giardino di lavanda, oltre la
fontana con i tritoni, lei: Proserpina, sotto i soffitti immensi della
Galleria.
Chissà che tempi
avranno visto questi artisti, chissà se anche loro si scontrarono con la crisi,
la paura della modernità, chissà se anche il Canova lottò contro chi lo
chiamava visionario. In questa Italia
schiava della crisi, che dietro la crisi troppo spesso si nasconde, ho avuto la
fortuna di trovare un lavoro, ben retribuito, in un quartiere bellissimo di
Roma. Ho trovato una vera casa, parquet, divano, cortile e pochi rumori: un
miracolo. La sera mi concedo Villa borghese e ai Fori arrivo a piedi, dimentica
dei ritardi degli autobus.
Un mese e mezzo
dopo il ritorno dagli States la domanda spontanea è: "Cosa ti manca?"
Mi vengono in
mente tre parole: idee, giovani e imprenditorialità: la speranza nelle nuove
idee per sconfiggere la crisi, la fiducia nei giovani, valutati e apprezzati in
virtù della loro intraprendenza, l'imprenditorialità come paradigma di vita. Osservando
San Pietro in lontananza mi domando cosa manca, cosa mi manca in questa terra:
se mi lascerò cambiare o proverò a cambiarla io.