Washington, Dumbarton Oaks
“E adesso và” disse il Gran Khan a Marco Polo, “vaga per le città del mio Impero, e fra tutte quelle che visiterai scegline una, e fa che diventi tua”.
A Dumberton Oaks, oggi, mi sono ricordata di una giornata di qualche anno fa, piovosa, a Buenos Aires, e di una assolata mattina d’aprile, a Montparnasse.
Altrove, in nessun luogo eppure in tutti, mi sono sentita a casa. Cambiata ma sempre uguale, in fondo in fondo sempre la stessa.
Un nuovo indirizzo sulla 13 e il mondo intorno che pian piano prende forma: i libri del salotto come vecchi amici, il mio cappuccino col cucchiaio, le imperdibili lezioni di zumba di Milagros e il caffè di columbia heights. E la lista dei locali si rimpingua, tra le patatine di Laughing Man, i tacos di Ceiba e le margaritas de El Centro. : venerdi sera allegro, a sparlare di (bei) colleghi, stanca, una Corona in mano, a ballare finchè gli occhi si chiudono.
Ho comprato il mio primo biglietto di teatro e sto pensando di concedermi un massaggio. Con tanti amici, meno angelo ma più realista, living social ma senza dimenticare me stessa. Il Bid ormai come un rifugio, via sciarpa e guanti in ascensore, sussurrando “Buen Dia” prima di scendere al decimo.
… In una banca dall'altro capo del mondo, in un nuovo mondo sempre piu mio.
Finalmente ho smesso di chiedermi che forma abbia, questo sogno…