martedì 12 giugno 2012

"Are You Happy?" parte III



                                                                                    Gerusalemme, 2009


14 Settembre 2012, Gerusalemme

Laura sta per inviare l’ultimo resoconto del suo viaggio.
Arrivata in Medio Oriente ha aperto un blog. E’ brava: tanti sono i lettori che la seguono.
Tra poche ore tornerà a Roma, dopo tre mesi di viaggio.

Estenuanti tragitti in autobus, lunghe camminate sotto il sole del deserto, messe nelle chiese di Gerusalemme e visite alle moschee di Damasco, le campane cristiane che si fondono con i canti ebraici, mentre un muezzin, lontano, chiama alla preghiera.
Ricordi, esperienze, incontri.
Si sente diversa, Laura: ha cambiato il suo sguardo. Ed ora, finalmente, può vedere e capire davvero.
“Are you happy?” le aveva chiesto un beduino  sulla strada per Gerico.
In un sentiero tra dune di sabbia, Laura aveva capito: nel mosaico di un’esperienza di viaggio aveva ritrovato se stessa. O meglio, aveva trovato la forza di ascoltarsi.
Abbandonata la sicurezza di una confortevole vita ordinaria, senza scadenze da rispettare e lavori da preparare, Laura aveva fatto i conti con se stessa.
E aveva finalmente capito cosa la rendesse felice davvero.
Tutto il resto era diventato semplicemente un abbandonarsi al destino.

Tornata a casa, aveva dato le dimissioni, aveva letto molti dei libri che voleva leggere da anni, fatto lunghe chiacchierate con amici dei quali sentiva la mancanza, si era concessa esperienze che rimandava da tempo.
Si era sottratta alla sindrome del “non essere abbastanza brava per fare qualcosa” e aveva ricominciato a scrivere. Per raggiungere la felicità, la sua felicità, c’era una strada, bastava che lei volesse percorrerla. Abbandonati i sentieri battuti, Laura aveva invertito la rotta e si era data fiducia: si era ascoltata, aveva seguito i segnali, e si era messa in cammino.


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